L’IA c’è, anche se non si vede

Millennial e Gen Z, cresciuti insieme alla digitalizzazione dei processi aziendali, utilizzano in autonomia l’IA sul luogo di lavoro

8 gen 2025
3 minuti di lettura

La tecnologia è ormai parte di noi e delle nostre routine, ma la nuova generazione di lavoratori l'ha portata a un nuovo livello. Un sorprendente 88% dei lavoratori della Gen Z afferma di utilizzare l'IA per le proprie attività quotidiane, secondo un sondaggio condotto da Google Workspace. Ciò solleva una domanda: quanto si affidano davvero all'IA e cosa significa per il futuro del lavoro?

L'intelligenza artificiale ha cambiato il modo in cui lavorano i giovani professionisti e gli strumenti e gli assistenti dell'IA sono ora elementi fondamentali, che hanno cambiato i vecchi modi di lavorare introducendo un nuovo stile di vita. Infatti, viene utilizzata come aiuto concreto per le attività, i dati e le decisioni da prendere. Rende effettivamente il lavoro più fluido e produttivo in molti campi e questo cambiamento ha semplificato le attività quotidiane e ha permesso ai lavoratori che si affacciano adesso nel mondo del lavoro di utilizzare maggiormente l'IA nei loro compiti giornalieri. Secondo la testimonianza degli intervistati, soprattutto tra Stati Uniti e Australia, la tecnologia migliora il loro lavoro, producendo un cambiamento che rende ciascuno più efficiente, incoraggia il lavoro di squadra e la creazione di nuove idee e strategie.

Per quanto il dibattito sia ancora in corso sulla completa incorporazione degli strumenti di intelligenza artificiale nel luogo di lavoro, in via ufficiosa stiamo già assistendo e preparandoci a un futuro in cui esseri umani e IA lavorano insieme. La Generazione Z, nello specifico, è propensa a questa trasformazione perché è cresciuta con la tecnologia presente in modo costante intorno a loro. Usano facilmente nuovi strumenti di intelligenza artificiale, spesso meglio delle persone con più anni di esperienza, oltre ad amare il modo in cui renda i processi più facili e veloci. Già nata con l’attitudine a fare molte cose contemporaneamente, l’IA permette loro di gestire meglio il tempo, diventando più produttivi: un’abilità fondamentale per il loro attuale stile di vita tecnologico, che coinvolge anche la quotidianità fuori dall’ufficio ed è ormai considerata parte dell’esperienza digitale.

A questo come rispondono i datori di lavoro?

La reazione più comune è prepararsi a soddisfare le loro esigenze, rendendo il futuro del lavoro entusiasmante e guidato dall'IA, avendo notato come tali strumenti aiutino i lavoratori a svolgere di meno le attività ripetitive. Ciò, infatti, significa che possono concentrarsi su attività creative e strategiche, eseguire maggiori task in meno tempo, permettendo all’IA di trovare nuovi modelli nei dati, “nutrendo” il sistema di nuove informazioni che potranno aiutare all’elaborazione di nuove idee e soluzioni.

Tuttavia, permangono dubbi sulla tendenza ad affidarsi troppo a questa nuova tecnologia, ancora in fase di sviluppo e perfezionamento. Si ritiene che bisognerebbe riflettere su come l’utilizzo costante possa far perdere competenze importanti, come la capacità di problem solving e di ragionare autonomamente, rendendo difficile tenere il passo con i cambiamenti del lavoro e impedire il crescere della loro carriera.

Per ottenere il massimo dall'affidamento all'intelligenza artificiale senza subire perdite, serve dunque il giusto equilibrio. I datori di lavoro dovrebbero assicurarsi che i lavoratori della Gen Z continuino a coltivare e stimolare le loro competenze, a prendere decisioni in modo autonomo senza aiuti esterni e fare in modo che l'intelligenza artificiale e l'uomo possano collaborare in modo efficiente e volto all’innovazione.

Leggi anche
6 dic 2011
3 consigli utili se il tuo lavoro non ti piace
13 dic 2012
10 cose da fare quando non si ha un lavoro
21 mar 2012
Lavoro: che cosa fare se non ti piace più