Trend & Interviste

Tutela dei minori: fare educazione sociale e digitale

Nascono iniziative per prevenire l’esclusione sociale e lavorativa grazie a progetti sui territori in condizioni di vulnerabilità e alfabetizzazione digitale

19 set 2024
4 minuti di lettura

Secondo l’Istat, in Italia nel 2022 si trovavano in condizione di povertà assoluta il 13,4% dei minori, quasi un punto percentuale in più rispetto allo scorso anno. A questi va aggiunto il 23,5% in povertà relativa. Sono quindi quasi 3 milioni e mezzo quelli che vivono una condizione di povertà (assoluta o relativa). Sono soprattutto i minori che vivono nel Mezzogiorno (15,9%), mentre percentuali inferiori si registrano al Nord (12,3%) e al Centro (11,5%). Il Rapporto annuale Istat presentato a maggio scorso sulla povertà assoluta evidenzia come si sia allargato il divario tra le condizioni economiche delle generazioni, con i giovani sempre più in difficoltà. Nel 2023, l'incidenza di povertà assoluta più elevata si osserva tra i minori di 18 anni: il 14% di bambini, bambine e adolescenti sono poveri, 1 minore su 7, è il dato più alto dal 2014.

Contrastare la povertà minorile fa parte dell’impegno delle istituzioni in primis, ma anche degli enti e organizzazioni sul territorio che possono, insieme alla società civile, aiutare i bambini e gli adolescenti a uscire dalla condizione di precarietà, per sperare in un futuro migliore.

Sicuramente le prime aree su cui intervenire sono le zone ad alto rischio di povertà educativa e vulnerabilità. Per far questo, l’impresa sociale “Con i Bambini”, costituita per attuare i programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, previsti dal Protocollo d’Intesa tra il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministeri e associazioni, promuove l’iniziativa  “Organizziamo la speranza”, azioni concrete attraverso il sostegno a progetti di inclusione sociale sul territorio, dove la forza risiede nella comunità educante che agisce tutta insieme e in modo sinergico: Terzo settore, scuole, enti pubblici e privati, rafforzando la comunità del territorio.

Obiettivo dell’iniziativa è offrire opportunità concrete ai bambini e adolescenti in 15 territori grazie a un percorso condiviso ampiamente condiviso tra pubblico e privato sociale.

Un progetto a carattere sperimentale perché per la prima volta in Italia si cerca di intervenire a livello educativo in modo così incisivo in territori caratterizzati da vulnerabilità ed esclusione sociale. 

Ridurre la povertà minorile significa garantire maggiori possibilità di mobilità sociale nell’età adulta, riducendo al minimo i rischi di esclusione sociale e lavorativa. Un investimento sul futuro, quindi, che vede finanziamenti per 50 milioni di euro.
Gli enti di terzo settore (ETS) interessati dovranno presentare la propria candidatura entro il 17 ottobre 2024 mediante la piattaforma Chàiros.

Sostenere i territori per garantire più opportunità ai minori significa anche aiutare sul fronte dell’alfabetizzazione digitale. In una società sempre più tecnologica dove è in pieno svolgimento la transizione digitale, è necessario pensare di investire nella formazione e crescita dei minori anche su questo fronte. Ovvero, anche tutelarli, ove necessario.

Nascono per questo progetti a favore di minori per sensibilizzarli su temi quali cyberbullismo, rischi da esposizione al web, utilizzo consapevole delle nuove tecnologie. Sono gli ambiti di intervento dell’Avviso pubblico per la selezione di proposte progettuali di alfabetizzazione digitale e mediatica a favore dei minori del Ministero delle Imprese e del Made in Italy – Dipartimento per il digitale, la connettività e le nuove tecnologie.

L'iniziativa, con il supporto di Invitalia, finanzia la creazione di materiali educativi e campagne di sensibilizzazione per la fascia d’età tra gli 8 e 18 anni non compiuti, o in aggiunta, possono anche essere diretti al target secondario costituito da genitori, educatori, insegnanti e operatori a tutela dei minori ed è rivolta alle imprese che operano come fornitori di servizi di media.

Con queste imprese si intendono fornitori di piattaforme per la condivisione di video che possono presentare domanda in qualità di capofila di un partenariato, del quale deve far parte obbligatoriamente un ente del terzo settore di natura non commerciale (ETS) iscritto al RUNTS.

Nel partenariato possono essere coinvolti ulteriori soggetti partner come:

  • pubbliche amministrazioni centrali o locali;
  • istituzioni scolastiche e/o educative e/o ricreative;
  • altre imprese che operano come fornitori di piattaforme per la condivisione di video;
  • altre imprese che operano come fornitori di servizi di media;
  • imprese di produzione audiovisiva e di videogiochi.

Per la realizzazione dei progetti sono disponibili complessivamente 1,7 milioni di euro.

Il contributo è concesso fino ad un massimo dell’80% delle spese ammissibili per la realizzazione del progetto. L’importo massimo del contributo per ciascun partenariato di progetto non può superare, in ogni caso, il limite di 340 mila euro.

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