Videogiochi: perdita di tempo o skill insospettabile?

Giocare sulle console potrebbe sviluppare nelle persone capacità utili nel mondo del lavoro

18 dic 2023
3 minuti di lettura

I videogiochi sono sempre stati considerati puro svago, se non addirittura motivo di distrazione e dannosi per le capacità di concentrazione e la vista dei più piccoli. Nonostante questa nomea, nel tempo con la digitalizzazione del mercato sono state individuate delle skill utili a livello lavorativo, che possono essere coltivate e sviluppate proprio giocando al pc e con le console più popolari. Letteralmente è possibile “Imparare divertendosi” per avere competenze utili mentre si coltiva il proprio hobby.

Questa intuizione è stata rilevata da Randstad Marketing Intelligence, tramite un’indagine che è stata presentata da Randstad Technologies in occasione della Milan Games Week. Il nome dice tutto: «Acknowledging invisible skills», ossia riconoscere le competenze invisibili.

L’indagine ha analizzato i giochi più diffusi a livello mondiale (Fortnite, Warzone, League of Legends, Fifa, Pubg e Minecraft) e individuato in base ai dettagli tecnici del gioco in che modo possano essere utili per i videogiocatori nel mondo del lavoro. Si traduce che i giocatori possano sviluppare capacità innate o nuove tramite un apprendimento non tradizionale, acquisendo conoscenze trasversali che oggi, a fianco di quelle tecnico-specialistiche, sono cruciali nello sviluppo di carriera di qualsiasi settore e professione. Per esempio, lo sviluppo sempre maggiore di tecnologie della realtà virtuale permette di acquisire skill legate alla guida di mezzi di trasporto o gestione di macchinari già solo facendo pratica nei giochi. La presenza di obiettivi induce il soggetto a sviluppare ambizione, dedizione e una motivazione tale da poter essere utile e applicabile in ogni campo, come anche la capacità di essere un team leader, soft skill molto richiesta di questi tempi e che si può sviluppare in giochi con la modalità multiplayer. Ciò smentisce di fatto lo stereotipo che i videogiochi siano un hobby isolante, perché grazie alla interazione costante con diversi giocatori, molti saranno poi in grado di lavorare in team e anche di guidarli, migliorando anche le capacità di comunicazione.

Inoltre, la presenza di scenari complessi di alcune storie e ambienti – che spesso richiedono di essere costantemente attenti alle proprie azioni – permettono di sviluppare capacità di multitasking, di ampliare il pensiero critico e applicare in futuro quelle stesse abilità di ragionamento nel contesto lavorativo. Va da sé che ciò implichi anche un aumento di pazienza e perseveranza, oltre che il miglioramento delle proprie capacità decisionali, assistendo in modalità virtuale alle conseguenze di ciascuna azione eseguita.

In futuro, quindi, possiamo aspettarci che le risorse umane vedano questo hobby nel curriculum come un grosso punto di forza e sintomo di un grande potenziale nel candidato o nella candidata.

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