Vita da freelance: che cosa c’è da sapere

Per chi desidera gestire in autonomia la propria work-life balance, per chi opera nei cosiddetti settori della conoscenza, per chi ha maturato solide competenz…

4 gen 2012
4 minuti di lettura
Per chi desidera gestire in autonomia la propria work-life balance, per chi opera nei cosiddetti settori della conoscenza, per chi ha maturato solide competenze e desidera metterle a disposizione di più progetti anziché di un’unica azienda. Per tutte queste persone c’è una soluzione: il lavoro da freelance. I numeri crescenti di questo trend ci permettono oggi di parlare di una categoria di lavoratori, professionisti che hanno saputo cogliere la sfida del dinamismo dell’attuale mercato del lavoro, che hanno detto no a pendolarismo e routine da ufficio per sperimentare la gestione di un’impresa, quella cioè della propria professionalità. Li accomuna, come sostiene Dario Banfi autore di un libro proprio su questo tema, l’intraprendenza, la principale materia del loro lavoro, ovvero le conoscenze specialistiche e la capacità di offrire consulenze di valore in merito. Ma, nello specifico, quali sono i pro e i contro della vita da freelance? Ci sono almeno 5 buoni motivi per scegliere questo percorso, paragonandolo a quello analogo dell’imprenditore:
  1. Possibilità di guadagno da subito: per chi desidera aprire un proprio business, all’inizio è necessario poter investire parecchio denaro e tempo. Non sempre questo è possibile, e un periodo da freelance può invece costituire una buona palestra anche per impratichirsi nella gestione e nella preparazione di business plan più complessi.
  2. Fattore stabilità: avere il proprio business può sembrare una scelta più sicura dell’essere freelance, il cui lavoro dipende dalla committenza, ma anche questo non è sempre vero. I fattori che incidono sulla buona riuscita di un’azienda variano di giorno in giorno e per questo è importante saper affrontare sfide sempre diverse, tavolta reinventandosi del tutto anche senza essere preparati a farlo. Per un freelance è più facile fare i conti con la flessibilità; infatti per chi si dimostrerà competente e preparato nel proprio settore, non sarà difficile trovare nuovi clienti dando continuità al proprio lavoro e alle proprie entrate, anche nel caso se ne perda qualcuno.
  3. Organizzazione: chiunque abbia intrapreso un business potrà confermarlo, l’attività imprenditoriale prevede la gestione di diverse attività e su diverse aree, dalla contabilità e amministrazione al marketing fino alle risorse umane, e la fortuna del progetto non può prescinderne. Per un freelance, le pratiche amministrative e burocratiche, per quanto presenti, sono tuttavia più snelle.
  4. Reddito: dopo una fase iniziale di assestamento e dopo aver capito come gestire le entrate, anche dal punto di vista del reddito il freelance sembra avere vita più facile. Non dobbiamo infatti dimenticare che per un imprenditore sono diversi i bilanci da far quadrare, non solo quello personale.
  5. Stress: nessun lavoro, lo sappiamo, è privo di tensioni. La verità è che spesso, per chi ha il ruolo di responsabile anche di altre persone, lo stress aumenta, poiché quasi tutto dipende dalle sue decisioni. Il freelance non avrà magari un capo a cui addossare le colpe nei momenti di sconforto (chi di noi non lo fa?!), ma se non altro decide e agisce per sé, limitando la responsabilità di eventuali errori di valutazione.
Il rovescio della medaglia tuttavia c’è e talvolta il sogno di mettersi a lavorare in proprio può portare a un brusco risveglio, se mal calcolato. Le cose più importanti da tenere a mente per chi voglia intraprendere una carriera da freelance sono:
  • la discontinuità delle entrate, che comporta una certa disciplina nella gestione dei guadagni;
  • la ricerca di clienti e committenti, che può diventare un’attività stressante o difficoltosa per chi non abbia particolari doti nella vendita o nella contrattazione, soprattutto se riferita alla propria competenza di professionisti;
  • la troppa libertà, perché può sembrare bellissima l’idea di non dover dipendere da qualcuno per le mansioni quotidiane e di cambiare ogni giorno i propri orizzonti lavorativi, ma bisogna ricordare che spesso chi fa il freelance diventa persona di fiducia per l’azienda cui offre consulenza, il che comporta una certa continuità nelle relazioni a rischio del rinnovo del mandato;
  • perdita di motivazione. Sembrerà strano, ma talvolta le persone che in ufficio vi pungolavano tutti i giorni chiedendovi di fare mille cose con urgenza, sono proprio quelle che generavano in voi le giuste motivazioni a lavorare bene. Quando si lavora per sé, se non si rimane concentrati o se si tende ad essere pigri o troppo indulgenti, il calo di motivazione, quella spinta cioè a fare bene e presto, potrebbe causare qualche problema nella gestione di tutte le attività e della buona riuscita del lavoro finale;
  • l’organizzazione del tempo e degli spazi da dedicare al lavoro. A questo proposito, potete leggere i nostri consigli per un’efficace ottimizzazione dei tempi e del proprio ambiente di lavoro.
Avete pensato a una carriera da freelance? Se lo siete già, quali consigli vi sentite di dare a chi vuole cominciare? Ci sono domande che vorreste farci in proposito?
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