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Lavoratori e impresa, la nuova frontiera del welfare aziendale

Le imprese italiane hanno attuato diverse strategie nel campo del welfare aziendale, dando vita a un autentico boom inserito in un processo già virtuoso

10 mar 2022
4 minuti di lettura

Da un lato il miglioramento di servizi che hanno coinvolto gli ambiti sanitari, dall’altro le scelte messe in campo per facilitare la conciliazione vita-lavoro e il sostegno concreto alle famiglie. A partire dall'emergenza sanitaria generata dalla pandemia da Covid-19, difatti, le imprese italiane hanno attuato diverse strategie nel campo del welfare aziendale, dando vita a un autentico boom inserito in un processo già virtuoso: in sei anni, infatti, le imprese con un livello di welfare elevato sono più che raddoppiate, passando dal 9,7% del 2016 all'attuale 21%.

E dunque più servizi diagnostici, nuove assicurazioni sanitarie, maggiore flessibilità oraria e nuove politiche di formazione. Tutti fattori che rendono possibili due risultati di estrema importanza: da un lato garantiscono un miglioramento nella produttività dei dipendenti, maggiormente motivati; d'altro canto, le strategie aziendali sono rinnovate, seguendo orizzonti innovativi ancora da esplorare fino in fondo. Il presupposto alla base di questo approccio, del resto, è che il welfare aziendale costituisca un’occasione sempre più significativa per offrire risposte ai bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici, così come rappresentare un’opportunità di sviluppo per migliorare il tessuto produttivo del territorio.

Come evidenziato da un’indagine condotta da Generali Italia in collaborazione con Confartigianato, prendendo in esame 6mila Pmi tra le più quotate nella lista del rapporto Welfare Index PMI 2021, la quasi totalità delle aziende ha intrapreso un processo di riorganizzazione del lavoro in smart working per evitare contatti tra i lavoratori, senza tralasciare i sussidi economici e la tutela della salute degli stessi. Aumento della flessibilità oraria e presa in carico dei costi dei tamponi sono esempi in questo senso, ma è stato ampliato anche lo spazio dato alla formazione professionale a distanza, tramite corsi e webinar. Un esempio pratico in tal senso arriva da una partnership nata tra aulab, la prima Coding Factory Italiana, e il Gruppo TIM: un’iniziativa per offrire ai figli e nipoti dei dipendenti TIM, l’opportunità di accedere ai corsi di sviluppo web di aulab gratuitamente o a prezzi riservati, incentivando la formazione in un settore del mercato del lavoro dove la domanda supera di molto l’offerta.

Del resto, la formazione erogata dalle imprese ai propri dipendenti come benefit aumenta tanto la soddisfazione dei lavoratori quanto la loro produttività, contribuendo in questo modo alla diffusione di un clima aziendale sereno, nonché alimentando la capacità di attrarre i migliori talenti. Più in generale, i dati del Welfare Index PMI 2021 ci dicono che le imprese maggiormente attive nel welfare aziendale hanno:

  • promosso l’assunzione di donne (salita al 42%);
  • integrato nuovi giovani lavoratori (51,2%);
  • avviato iniziative che riguardano la salute dei dipendenti e delle loro famiglie (22%);
  • avviato programmi a sostegno della comunità (56%).

Tutti questi dati estremamente positivi, peraltro, si inseriscono tra le priorità presentate nel Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; e consultando i dati emersi da un’altra ricerca curata dalla società di consulenza americana Forrester, inoltre, emerge che il 79% dei lavoratori si attende un ampliamento del programma di benefit aziendale per il 2022: un segnale chiaro di come questi “servizi” possano rappresentare davvero una nuova opportunità per tutti. Se un traino all'aumento di questi servizi è stato offerto dall'emergenza sanitaria infatti, è anche vero che gran parte delle iniziative avviate si apprestano a diventare strutturali: la maggioranza delle aziende ha esplicitato di voler confermare tali iniziative a prescindere dalla crisi sanitaria, considerandole una componente strutturale del proprio welfare. È evidente, dunque, come il cambiamento di visione sia globale: le imprese agiscono come soggetto sociale, non più solo come soggetto economico, sfruttando il welfare d’impresa come strumento di connessione tra ambito lavorativo e comunità. Una rivoluzione che incontra il deciso gradimento dei lavoratori.

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