Trend & Interviste

Come cambia il lavoro: le strategie delle imprese per essere più attrattive verso i dipendenti

Il percorso intrapreso delle aziende per rendere più efficace il processo di selezione del personale e investire in formazione e nuove tecnologie

11 lug 2022
3 minuti di lettura

Si tratta di una tendenza che probabilmente già covava sotterranea, complice dell'esplosione digitale che ha rivoluzionato gli ultimi anni. Ma è stata certamente la pandemia da Covid 19 il detonatore: è il fenomeno noto come Great Resignation, parola che si riferisce al significativo aumento delle dimissioni, che vede un numero crescente di persone lasciare il loro lavoro. Le cause che portano a questa drastica decisione sono le più svariate: dal burnout, alla ricerca di un posto che preservi il benessere, al desiderio di poter avere la possibilità di gestire le giornate di lavoro difendendo il work-life balance.

Secondo uno studio condotto dall’agenzia McKinsey, il 40% dei lavoratori a livello mondiale è intenzionato a cambiare lavoro nei prossimi 4-6 mesi, il 53% dei datori di lavoro ha affermato di avere un turnover volontario maggiore rispetto agli anni precedenti e il 64% si aspetta che il problema continui, o peggiori, nei prossimi sei mesi. La Great Resignation, o come la chiama McKinsey il Great Attrition, è quindi qualcosa con cui le imprese dovranno continuare a fare i conti, e per farlo forse occorre capire più in profondità che cosa è successo negli ultimi mesi.

Ad analizzare questo sentiment tra i lavoratori italiani è un’indagine condotta dalla Fondazione studi consulenti del lavoro in collaborazione con SWG. Lo studio, dal titolo “Italiani e lavoro nell’anno della transizione”, dimostra che il 55% dei dipendenti è insoddisfatto della propria occupazione, e che di conseguenza è alla ricerca di un altro impiego. Di più: il 15% è già passato ai fatti, avviando la ricerca di un nuovo lavoro. Proprio per tutte queste ragioni, imprese e aziende dovranno – e in parte lo stanno già facendo – attuare strategie per rivedere alcuni modelli, rendendosi più attrattive verso i rispettivi dipendenti e per così dire "scoraggiarli" dalle dimissioni.

Come ha spiegato Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro: «Rivoluzione tecnologica e smart working stanno cambiando i modelli organizzativi e definendo un nuovo approccio verso il lavoro. Lo smart working è una modalità che ben concilia il lavoro con la vita privata, ma va ben strutturato perché diventi un’opportunità per il futuro». E poi c’è un dato che non si può trascurare: nel 2022 l’84,2% delle persone che lavorano in agilità promuove a pieni voti questo modello, in quanto capace di permettere una conciliazione tra lavoro e vita privata.

Le possibilità per un'impresa di essere più attrattiva non si limitano ovviamente al solo lavoro agile: un’azienda deve muoversi su più fronti per quanto riguarda il turn over, così come rendere più efficace il processo di selezione del personale. Considerare, ancora, come un'ampia fascia di lavoratori, soprattutto tra i più giovani tra i 25 e i 40 anni, mette davanti agli stipendi le possibilità di sviluppo di carriera e di formazione: ecco quindi che l’azienda che desidera trattenere i propri dipendenti dovrebbe investire soprattutto in tal senso, con ovvie ricadute positive per l’organizzazione stessa sul lungo termine. Va detto poi che in molti casi, ancor più dell’aumento di stipendio, può contare l’introduzione di benefit personalizzati, per rendere più forte il legame tra dipendente e azienda. Non va poi trascurato un aspetto più generale, relativo al modo in cui l’azienda decide di relazionarsi con i propri collaboratori: un datore di lavoro che, direttamente o attraverso i propri manager, mostri di ascoltare i propri dipendenti e di avere fiducia nelle loro capacità e competenze.

Dati e circostanze che non riguardano ovviamente soltanto il nostro Paese: ecco dunque che dalla ricerca Global benefits attitudes survey 2022 di WTW emerge come i benefit per la salute (come ad esempio, l’assistenza sanitaria integrativa, risorse da spendere per il benessere e la salute mentale, sostegno alla famiglia o, ancora, assistenza all’infanzia) sono anch'essi centrali negli ultimi anni per attrarre e soprattutto trattenere i talenti. Stando all’indagine, infatti, registrano una crescita 2019-2022 rispettivamente dal 25% al 31% nell’attraction e dal 32% al 39% come motivo di retention. In un mondo del lavoro che sta vivendo un'autentica rivoluzione, dunque, le aziende, per restare competitive, dovranno mutare verso organizzazioni più resilienti, adattabili e creative.

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