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Promama, la soluzione “dal basso” per le mamme lavoratrici

Intervista alla fondatrice della startup che intende sostenere le mamme lavoratrici nella ricerca del lavoro durante e dopo la maternità

30 mag 2024
3 minuti di lettura

Si parla molto delle mamme e dei problemi che devono affrontare a lavoro: il sostegno alla maternità può arrivare “dall’alto” – attraverso stato sociale e aziende private – ma anche “dal basso” – creando reti che, partendo dalle persone, possano favorire il ritorno delle neomamme a lavoro, e combattendo i pregiudizi che si appiccicano come un’etichetta alle famiglie che vivono l’esperienza di crescere i propri figli.

Non sono però solo i pregiudizi a pesare perché a questi si affiancano problemi logistici (dagli asili nido, agli orari lavorativi e scolastici che si muovono spesso su binari diversi) e soprattutto economici, come si evince dalla relazione annuale della Banca d’Italia.

È proprio da tutti questi input che nasce Promama, “uno spazio sicuro –  si legge dal sito – che vuole rivoluzionare il paradigma delle mamme in carriera mettendo in contatto il talento di mamme, donne e genitori”.

Incuriositi da questa Startup, abbiamo intervistato la sua fondatrice, Claudine Rolladin, ingegnera e manager, che vivendo in prima persona l’esperienza della maternità a lavoro ha provato a trovare una soluzione: “Promama nasce nel 2023, dalla mia personale esperienza di maternità e lavoro non andata esattamente come mi sarei aspettata e che mi ha portata a dare le dimissioni prima dell’anno di vita di mia figlia” – racconta Claudine.

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“Dopo una laurea in Ingegneria ho lavorato più di dieci anni in consulenza direzionale e poi come Product manager digitale in startup. La mia passione per il mondo delle startup è nata proprio all’inizio della mia carriera, quando ho avuto l’opportunità di lavorare un anno a San Francisco; la prima volta però che ho sentito la spinta per diventare founder in prima persona è stata proprio durante la maternità, quando ho trovato una causa davvero mia. Nel team di Promama oggi siamo in tre, tutte neomamme dimesse dal lavoro precedente nei primi anni di vita dei figli, e che avendo vissuto le difficoltà in prima persona vogliono fare qualcosa per risolverle”, spiega la fondatrice ai microfoni di Cliclavoro.

“Quando ho iniziato il mio periodo di maternità – continua Claudine – stavo gestendo un progetto importante in un percorso che avrebbe (teoricamente) dovuto portare ad una promozione da lì a breve, per cui ho salutato i colleghi onestamente convinta che sarei rientrata allo scadere dei cinque mesi obbligatori. La verità poi è stata molto diversa, mi sono scontrata da un lato con le difficoltà oggettive-organizzative dell’essere mamma”.

Dopo la delusione per una realtà non all’altezza delle sue aspettative, Claudine si rimbocca le maniche e inizia a studiare per capire come vanno le cose al resto delle mamme: “In quel periodo – racconta la fondatrice – ho cominciato a studiare qualche dato sul tasso di occupazione delle donne con figli e sul tasso di dimissioni delle neomamme e ho capito il problema non era solo mio, ma di tutte le madri che ogni anno lasciano il lavoro: in quel momento ho deciso di fondare Promama”.
 

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Ma come funziona la Startup? Se fossi una mamma che cerca di tornare a lavoro, cosa dovrei fare? Chiediamo a Claudine: “Promama è una piattaforma digitale, i genitori si registrano autonomamente e gratuitamente sul sito per accedere alle offerte di lavoro delle aziende family-friendly, ma non c’è un’intermediazione diretta da parte del team Promama. A poco più di sei mesi dal lancio, la community conta più di 10.000 genitori”.

E per chi entra a far parte della rete c’è anche l’opportunità di farsi “ambasciatrice” dei valori della startup: “da quando siamo online – spiega Claudine – ci capita spesso di ricevere messaggi di genitori che ancora non hanno trovato opportunità lavorative in linea nella loro zona e la richiesta tipica è quasi sempre “come posso aiutarvi?”. Perché in tantissime hanno vissuto difficoltà simili in prima persona e c’è davvero tanta voglia di cambiare le cose. Per questa ragione abbiamo lanciato la figura di Ambassador: chi vuole può darci una mano e oggi contiamo una cinquantina di Ambassador in tutta Italia”.

Promama non è solo dalla parte delle lavoratrici ma si pone anche dal punto di vista dell’azienda che, in realtà, è il core business della Startup: “Vogliamo valorizzare le aziende virtuose, renderle più facilmente identificabili da parte dei talenti, ma anche fare in modo che possano diventare “role model” per altre realtà aziendali, con la possibilità di condividere best practices in un percorso di continuo miglioramento”.

Il problema, però, restano i pregiudizi nascosti che poi vengono fuori, come la convinzione che la maternità incida sulle proprie performance lavorative: “Sarebbe bello riuscire a far capire che quando si diventa genitore non si perde la capacità intellettiva”, afferma Claudine!

“Questa è una risposta che abbiamo ricevuto ad una nostra recente survey che credo riassuma abbastanza bene il concetto del pregiudizio tipico che le mamme vivono ancora negli ambienti lavorativi, come se la professionista oggi fosse vista come un pochino “meno” di quella che era ieri, perché meno disponibile, meno motivata, distratta da altre priorità”, spiega Claudine.

E invece, al contrario, la maternità è un’esperienza di vita tutt’altro che negativa, anzi: “Nonostante ci siano moltissimi gli studi che dimostrano quanto la maternità sia un’esperienza formativa, in quanto permette di sviluppare skill utili come empatia, ascolto, flessibilità e leadership, è ancora spesso vista come una esperienza che diminuisce anziché arricchire. Io non posso che confermarlo: mai avrei avuto il coraggio di fondare una startup prima della maternità”.

Se fossi una parlamentare, Claudine, quali proposte porteresti all’attenzione del legislatore? – le chiediamo: “Credo che si debba lavorare sul congedo per renderlo più paritario, in modo che anche i padri possono dedicare più tempo ai figli, e sulla rete di asili nido”.

E chiudiamo con i consigli che Claudine sente di dover dare a chi sta vivendo le sue stesse difficoltà: “Ricordarsi sempre del proprio valore, personale e professionale, senza farsi intimorire dagli stereotipi legati alla maternità; e poi di tenere a mente che spesso si tratta di una fase: riuscire a superarla senza uscire dal mercato del lavoro può essere spesso molto complicato ma, se possibile farlo, i benefici successivi sono sicuramente tangibili”.

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