Job crafting: se non puoi crearlo, modellalo!
Anche ricoprendo un diverso ruolo lavorativo, è possibile modellare su di sé un lavoro più adatto alle proprie capacità e ambizioni
Nelle riflessioni sulla propria condizione lavorativa (soprattutto alla fine dell’anno, momento di bilanci), sta emergendo l’idea di plasmare il lavoro che si vuole anche ricoprendo ruoli completamente diversi. La routine quotidiana, infatti, può essere nemica della motivazione e ambizione nel mondo del lavoro e cambiarlo non sempre è possibile o necessario, per questo trovare soluzioni alternative che possano essere utili non solo ai freelance, ma anche ai dipendenti, può ampliare i propri compiti nel ruolo che si ricopre. La soluzione in questione sembra essere il Job Crafting (JC). Il termine è stato coniato da un gruppo di psicologi statunitensi e si basa sull’idea di modellare (craft) il proprio lavoro adattandolo a nuove esigenze o gusti personali.
Come può quindi riguardare non solo i lavoratori autonomi ma anche i lavoratori dipendenti?
Non vale per tutti, infatti è applicabile a ruoli e realtà aziendali in cui si abbia un minimo di “margine di manovra”. A livello pratico, aiuta ricoprire un ruolo che possa operare in uffici open space, noti per facilitare il networking, quindi la possibilità di interagire con dipendenti di settori diversi ma vicini alle proprie mansioni. Non basta, bisogna anche guardare le proprie mansioni da una prospettiva diversa: un atteggiamento che viene anche ben visto in fase di colloquio, poiché mostra la presenza di iniziativa nel candidato, la volontà di ampliare le proprie skill e fissare autonomamente obiettivi di carriera su lungo raggio. Queste condizioni permettono di ampliare i propri compiti, almeno inizialmente, per poi riuscire a creare la flessibilità adatta a modellare il lavoro e il percorso che si vuole intraprendere.
Il concetto di Job Crafting auspica proprio questo e il cambiamento non è solo nelle prospettive lavorative, ma soprattutto mentali. L’ambizione e la produttività in questo concetto vanno di pari passo e permettono di spiccare nel proprio ruolo mentre si modella su di sé quello a cui si aspira.
Per riassumere, alcuni esempi di azioni che applicano la teoria del Job Crafting sono:
- riorganizzazione delle mansioni: modificare il focus del proprio lavoro concentrandosi su compiti che si trovano più interessanti o significativi e delegando o eliminando quelli che si trovano meno soddisfacenti, nei limiti del proprio lavoro;
- ampliamento delle responsabilità: perseguire responsabilità o incarichi complementari alle proprie competenze ed interessi;
- creazione di nuove relazioni professionali: stabilire nuove relazioni e connessioni all'interno della rete professionale può portare a numerosi benefici, tra cui nuove idee, consapevolezza sui propri punti di forza e su aree dove è necessario acquisire nuove competenze o aggiornare quelle esistenti.
- guardare alle proprie responsabilità sotto una luce diversa: concentrarsi quindi sulle azioni positive che scaturiscono dal proprio lavoro, siano esse per i clienti o per l’azienda stessa.