Make Me! la prima piattaforma italiana di Job Matching
La prima piattaforma italiana di job matching completamente digitale che, tramite un algoritmo brevettato, è capace di identificare le mansioni e di ordinare i…
La prima piattaforma italiana di job matching completamente digitale che, tramite un algoritmo brevettato, è capace di identificare le mansioni e di ordinare i candidati in base alla compatibilità delle loro competenze professionali con l’offerta. Tutto questo è Make Me!, startup innovativa con base a Milano: il progetto, nato alla fine del 2020, è stato creato per dare una immediata risposta ad un reale bisogno, favorendo un match tra chi cerca e chi offre lavoro.
«L’idea – spiega Michele Collini, Amministratore Delegato e fondatore della Società Tener-a-mente, detentrice dell’algoritmo alla base di Make Me! – è quella di quotare il progetto su due principali piazze finanziarie, abbracciando però un modello di business alternativo, basato sull'idea che un'attività commerciale debba fare del bene alle persone, all'ambiente, alle attività culturali e sociali». Proprio per questa ragione, al centro di Make Me! risiede il fattore digitale: la piattaforma, in particolare, come racconta ancora Collini, si rivolge a tre categorie di utenti: candidato persona fisica, azienda ed agenzia del lavoro.
Per alimentare l’algoritmo, nel dettaglio, esistono due strade:
- per i candidati persone fisiche basta compilare - tramite un form - il proprio curriculum vitae
- per le aziende e le agenzie occorre compilare – tramite un form - il proprio annuncio di lavoro ed inserire dei “pesi” che rappresentano le priorità ad alcuni aspetti del lavoro offerto.
Successivamente, ed in maniera immediata, tanto il candidato quanto l’azienda/agenzia avrà un match con relativo rating. Poi basta solo contattare l’azienda o il candidato ed il match è concluso. «La nostra expertise arriva dalla consulenza direzionale aziendale, affiancando l’imprenditore soprattutto nei momenti più significativi della sua vita, come le riorganizzazioni, trasformazioni e fusioni aziendali, o in occasioni della sua crescita, come ampliamenti, acquisizioni, quotazioni o ingresso e sviluppo di nuovi mercati», dice Collini.
Attualmente, nell’azienda – che in pochi mesi ha fatturato 25 mila euro ed implementato l'organico con i migliori system integrator presenti a Milano – lavorano sei persone: un amministrativo, tre IT manager e 2 social manager; 50% direttamente e 50% collaboratori esterni. Per quanto riguarda invece il profilo dell’utente medio che si rivolge alla piattaforma, il cliente di Make Me! ha un’età compresa tra i 24 ed i 55 anni, risiede al centro sud Italia ed è alla ricerca di una prima occupazione lavorativa: è questo quanto emerge dalle analisi esportate dal sistema. «La nostra piattaforma elimina ogni intermediario mettendo direttamente in contatto il candidato con l’azienda. Qualsiasi tipo di barriera geografica, culturale, sociale ed economica è stata estirpata per dare vita ad un job match immediato. Oggi, stiamo raccogliendo i frutti di diversi mesi di lavoro e numerose sono le associazioni con la quale abbiamo raggiunto un accordo per permettere anche ai disabili di migliorare la qualità della vita. Con la costanza ed avendo ben chiaro l’obiettivo possiamo raggiungere risultati importanti», prosegue l’Amministratore Delegato di Make Me! Michele Collini. E la pandemia? Ha influito sullo sviluppo del progetto?
«Non ha influito per lo sviluppo dell’algoritmo – risponde Collini – perché abbiamo lavorato e ci siamo coordinati tramite mezzi di telecomunicazione. Sul prodotto finale, vista la crescita esponenziale delle persone interessate a cambiare lavoro e stile di lavoro, la pandemia si è trasformata in opportunità per il nostro business».
A proposito di pandemia, è proprio l’emergenza sanitaria ad aver contribuito ad affermare il modello basato smart working, fino al 2020 esercitato in modalità assai minoritrarie. Secondo Collini, «Per molti può stimolare la creatività, ma per altrettanti ne limita lo sviluppo se non a contatto con le altre persone. Adattarsi a questo stile lavorativo è un piccolo sacrificio che, per il bene di tutti e secondo il buonsenso civile, si deve e si può fare. La bellezza del lavoro sta proprio nella possibilità di confrontarsi con i propri colleghi, il lavoro di gruppo, la comunicazione, lo scambio di idee, ricevere una pacca d'incoraggiamento sulla spalla e il sostegno reciproco. Tutte cose che un computer collegato ad una videocamera non può dare. Un valido compromesso potrebbe essere fornito dalla formula: momenti di condivisione "forzata" di idee VS momenti in cui la condivisione è "limitata" che è uguale a maggiore spazio per sviluppare idee individualmente».
Ad ogni modo, da Make Me! sono convinti di una cosa: la loro startup innovativa potrà costituire una risposta alla risoluzione di un tema sociale di primissimo piano come la rapida identificazione di una opportunità di lavoro. E per questa ragione è importantissimo l’approccio “social”: «Essere presenti sui social è vitale per l’intero progetto. Dopo lo sviluppo della piattaforma e la fase di test, l’investimento più consistente è quello sulla comunicazione. Stiamo finalizzando l’app Make Me!, saremo sempre di più social dando però importanza più alla qualità che alla quantità», conclude Michele Collini, tracciando ulteriormente la strada di una piattaforma che promette di acquisire centralità maggiore nel futuro del lavoro in Italia.