Voglio l’aumento di stipendio: come fare?

Quante volte, leggendo la vostra busta paga, avete pensato che fosse proprio ora di chiedere un aumento? Quante volte avete pensato che il vostro stipendio non…

25 feb 2011
3 minuti di lettura
Quante volte, leggendo la vostra busta paga, avete pensato che fosse proprio ora di chiedere un aumento? Quante volte avete pensato che il vostro stipendio non fosse consono alle responsabilità che avete? Quando si pensa al proprio lavoro è infatti impossibile prescindere dalla retribuzione che ci si aspetta e che, quando non incontra i nostri bisogni, diventa motivo di frustrazione o di scarsa rendita. La ricerca “Workmonitor”, condotta da una delle principali multinazionali che operano nel settore delle risorse umane, ci indica qualche numero interessante per il 2011:
  • il 70% dei lavoratori italiani si aspetta migliori condizioni di lavoro;
  • l'83% del campione italiano auspica un miglioramento del cosiddetto "work life balance";
  • per questo, il 60% cercherà di ottenere una promozione entro l’anno.
Dalla ricerca emerge che le persone prevedono un miglioramento nell’andamento del mercato e delle aziende in Italia per il 2011; di conseguenza, si aspettano anche un tornaconto nella propria condizione retributivo-professionale nonché un’ottimizzazione del work life bilance, il rapporto tra vita privata e lavoro [fonte: Il 2011 sarà anno della richiesta di aumenti]. In questo clima, oggi proviamo ad analizzare le 3 condizioni di base, obbligatorie da valutare se si ha intenzione di chiedere un aumento di stipendio al proprio capo:
  1. Analisi dei meriti. Anzitutto, vale la pena pensare ad un aumento solo quando ci sia stato nell’ultimo periodo un aumento di responsabilità, correlato al raggiungimento di nuovi traguardi per l’azienda di cui si è stati effettivamente promotori. Procedere quindi ad analizzare le proprie performance e i propri successi sulla base delle aspettative attese dall’azienda, calcolando con obiettività anche gli insuccessi. Verificare se nel corso del tempo, come spesso accade, non siano finite sotto la propria responsabilità mansioni non contrattualizzate, oppure non  previste dal ruolo che si ricopre, ma per le quali ora si risponde personalmente. Questo esercizio può tornare anche utile per fare un bilancio generale della propria esperienza in quel determinato ambiente lavorativo.
  2. Analisi del clima in azienda. È necessario essere a conoscenza delle “casse” dell’azienda. È in attivo? Ci sono stati motivi di crescita e si prevedono nuovi sviluppi di business? Solo rispondendo con tre sì, è sensato pensare di muoversi in ottica di aumento.
  3. Analisi del mercato. Consultando i colleghi, chi svolge le nostre stesse mansioni in altre aziende oppure sul web in siti appositi, è facile confrontare le griglie salariali e farsi un’idea della media delle retribuzioni. Solo allora, saprete se davvero il vostro stipendio è sotto-dimensionato, e solo in questo caso ci saranno i presupposti per programmare un incontro in cui discutere la questione aumento.
Avete già provato a fare queste 3 analisi? Avete ancora del tempo: presto arriverà il secondo post della nostra guida “Come chiedere un aumento di stipendio”, dove vi illustreremo i passi successivi.
Leggi anche
20 nov 2018
Stipendio, come negoziarlo o chiedere un aumento?
21 apr 2011
Aumento di stipendio: che cosa fare in caso di rifiuto?
18 mar 2011
Aumento di stipendio: quando e a chi chiederlo?