Trend & Interviste

La sfida dell’Intelligenza artificiale nella Pubblica amministrazione

Una recente ricerca ha mostrato come secondo la maggioranza degli intervistati siano maggiori i vantaggi possibili, al netto delle incognite

3 apr 2024
4 minuti di lettura

Guardare al futuro con ottimismo si può. Anche se le incognite esistono, lo sguardo complessivo è positivo. Sono i dati emersi da una ricerca che ha riguardato l'utilizzo sempre più imprescindibile dell'Intelligenza artificiale nella Pubblica amministrazione. Il 77% degli intervistati, infatti, pensa che sia un fenomeno utile, mentre solo l'8% ha il timore di perdere il lavoro. In generale, a fare da traino nel sentiment positivo sono le opportunità di stimolo alla crescita economica.

La ricerca, condotta da Microsoft-Fpa in occasione del Forum Ital.IA,  ha coinvolto un campione di 1600 dipendenti pubblici italiani: secondo l'analisi, l'Intelligenza artificiale per il 60% dei lavoratori può aumentare la produttività, per il 59% migliorare la qualità del lavoro, per il 50% sviluppare la creatività o accrescere le competenze.

E ancora, secondo i dipendenti pubblici italiani, le applicazioni di intelligenza artificiale più utili per la PA sono quelle di automatizzazione di procedure e compiti ripetitivi (74%). Ma sono importanti anche quelle che permettono di personalizzare e efficientare i servizi agli utenti (47%) e quelle di assistenza virtuale per fornire informazioni ai cittadini (42%). Mentre, sono ancora meno immaginati utilizzi per l'analisi predittiva (36%) o il rilevamento frodi o anomalie (33%).

Inoltre, secondo la ricerca, a parere dei dipendenti la principale difficoltà nell'introduzione dell'IA nell'amministrazione è organizzativa, perché la dirigenza non è ancora preparata a nuovi modelli di gestione del lavoro e del personale. Altre criticità, inoltre, riguardano possibili distorsioni in ambito di privacy, mentre va prestata grande attenzione per non favorire discriminazioni o stereotipi.

In questo senso, l'Agid (Agenzia per l'Italia digitale), ha da poco condiviso i principi fondamentali, approfonditi anche nel Piano Triennale dell’informatica nella PA, che dovrebbero guidare l’adozione responsabile dell’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione italiana. Si tratta di una sorta di decalogo che affronta le questioni strategiche così come l'uso corretto degli standard e i riferimenti alla sostenibilità.

Nel dettaglio, le Pubbliche amministrazioni dovranno concentrare l’investimento in tecnologie di intelligenza artificiale nell’automazione dei compiti ripetitivi connessi ai servizi istituzionali obbligatori e al funzionamento dell’apparato amministrativo. Il conseguente recupero di risorse è destinato al miglioramento della qualità dei servizi anche mediante meccanismi di proattività.

Ancora, occorre analizzare i rischi e porre attenzione alla trasparenza e alla interpretabilità dei modelli di intelligenza artificiale al fine di garantire la responsabilità e rendere conto delle decisioni adottate.  Nei prossimi anni, con il diffondersi delle soluzioni di Intelligenza Artificiale, nasceranno sempre più sistemi automatizzati e task gestiti da macchine; la transizione prevede che i lavoratori dovranno possedere competenze tecniche, ma anche gestionali.

Per questa ragione, un altro dei punti salienti del decalogo Agid prevede come le Pubbliche amministrazioni dovranno investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze necessarie per gestire e applicare l’intelligenza artificiale in modo efficace nell’ambito dei servizi pubblici.

 

Leggi anche
$content.image.resourceAlt
15 mar 2024
Lavorare nella Pubblica Amministrazione: a Verona, un incontro di formazione e orientamento
Apri
Eventi
23 ott 2018
L’intelligenza artificiale non sostituirà i lavoratori, secondo l’89% delle aziende
31 ago 2021
Asimov: Intelligenza Artificiale al servizio della comunicazione